Il 5 maggio 2025, Google ha annunciato un cambiamento che potrebbe ridefinire il rapporto tra intelligenza artificiale e minori: Gemini, il suo avanzato assistente AI, sarà accessibile anche ai bambini sotto i 13 anni. Naturalmente, l’accesso sarà regolamentato e possibile solo tramite parental control attivi e account supervisionati. È la prima volta che un modello generativo di questa portata viene reso disponibile a un pubblico così giovane, e la notizia — riportata da testate come The Verge, Il Fatto Quotidiano e AINews — sta già suscitando un acceso confronto tra sostenitori ed esperti di tutela dei minori.
Google ha specificato che solo i bambini che utilizzano un account supervisionato tramite Family Link potranno accedere a Gemini. L’iniziativa sarà lanciata inizialmente negli Stati Uniti, in lingua inglese, per poi essere estesa ad altri mercati.
Le caratteristiche chiave includono:
L’obiettivo di Google è offrire uno strumento educativo e creativo, in grado di stimolare la curiosità e favorire l’apprendimento personalizzato.
Da un punto di vista pedagogico, l’apertura dell’IA ai minori porta con sé molte potenzialità:
Tuttavia, i timori non mancano, soprattutto in relazione a:
Questa apertura solleva interrogativi più ampi su come progettare tecnologie accessibili e sicure per i più piccoli. L’interfaccia conversazionale deve essere trasparente, educativa e soprattutto progettata con criteri etici. Le aziende tech hanno una responsabilità crescente nel costruire ecosistemi digitali a misura di bambino, e questo include:
La decisione di Google di estendere Gemini ai bambini under 13 non è solo una novità tecnica, ma un passaggio culturale. È la prova che l’intelligenza artificiale sta diventando mainstream anche tra le fasce d’età più giovani. Ma la vera sfida non è solo rendere l’IA accessibile: è costruirla pensando a inclusione, sicurezza e consapevolezza. Perché innovare davvero significa saper educare.
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