Rebranding: come rinnovare e rafforzare un brand

Rebranding: come rinnovare e rafforzare un brand

Pubblicato il21 maggio 2025 - 08:00

Quando cambiare immagine è una scelta strategica

Cambiare non è sempre sinonimo di crisi. In un contesto in cui il mercato evolve velocemente, le esigenze dei consumatori cambiano e la concorrenza è sempre più agguerrita, il rebranding può diventare uno strumento essenziale per rimanere rilevanti, autentici e riconoscibili.

Fare rebranding significa rinnovare l’identità visiva e/o valoriale di un marchio per allinearla ai nuovi obiettivi, alle nuove aspettative del pubblico o per correggere un posizionamento non più efficace.

Quando ha senso avviare un rebranding?

Il rebranding non si improvvisa. Va pianificato in modo strategico e con una chiara motivazione. Tra i principali motivi che possono spingere un’azienda a ripensare il proprio brand:

  • Espansione verso nuovi mercati o pubblici target

  • Fusioni, acquisizioni o cambi di proprietà

  • Un cambio di mission, valori o offerta

  • Un calo di percezione da parte del pubblico o crisi reputazionali

  • L’esigenza di modernizzare un’immagine datata

Rebranding totale o restyling?

È importante distinguere tra:

  • Rebranding parziale o restyling: aggiornamenti grafici, come logo, palette colori o tone of voice, mantenendo la riconoscibilità.

  • Rebranding totale: ridefinizione completa di nome, logo, posizionamento, identità visiva e narrativa.

Entrambe le soluzioni possono essere efficaci, a seconda del contesto. L’importante è avere coerenza, chiarezza e continuità.

Gli elementi chiave di una strategia di rebranding

Un rebranding di successo passa attraverso alcune fasi fondamentali:

  • Analisi della situazione attuale: punti di forza, debolezza, percezione esterna

  • Ridefinizione del posizionamento: cosa vogliamo essere e per chi

  • Design dell’identità visiva e verbale: logo, colori, font, tone of voice, naming (se necessario)

  • Piano di transizione e comunicazione: come raccontare il cambiamento a stakeholder, clienti, dipendenti

In questa fase, la comunicazione è centrale: un rebranding mal raccontato rischia di creare confusione o perdere fiducia. Serve una narrazione coinvolgente che metta in evidenza il “perché” del cambiamento e i benefici per il pubblico.

Esempi virtuosi e ispirazione

Molti brand hanno affrontato con successo processi di rebranding, da Airbnb a Dunkin’ (ex Dunkin’ Donuts), da Burberry a McDonald’s. In tutti i casi, il cambiamento ha rispecchiato una nuova visione, una nuova relazione con il pubblico o una trasformazione interna. Il filo conduttore? Ascolto, strategia e coraggio.

Conclusione

Il rebranding non è solo una questione estetica. È una mossa di visione. Significa evolversi con il proprio pubblico, adattarsi ai tempi e comunicare meglio la propria essenza. Un processo complesso ma altamente strategico, da affrontare con consapevolezza, creatività e metodo.

In un mondo che cambia rapidamente, il rebranding può essere la chiave per restare fedeli a sé stessi… cambiando pelle.